Come si calcola il prezzo del latte in una filiera?

18 Gennaio 2021 | Filiera

La filiera è equità: intervista a Bartolomeo Bovetti, direttore di Compral Latte che ci racconta come viene definito il prezzo del latte nella filiera.

 

 

Buongiorno Bartolomeo, ci racconteresti in breve l’attività di Compral Latte?

La Cooperativa Compral Latte raccoglie il latte destinato esclusivamente alla filiera Inalpi-Ferrero, ha iniziato la sua attività nel 2010 e da cento allevatori. Dopo un boom dei primi anni è poi cresciuta in modo costante e progressivo: ogni anno aumenta il numero dei conferitori, in accordo con tutti gli attori della filiera.

Quali sono le motivazioni che muovono un allevatore a entrare nella cooperativa?

Ci sono due grandi leve, la prima è di natura pratica: la filiera valorizza il latte in termini economici e di qualità. La seconda è di natura più filosofica: all’interno della cooperativa l’approccio e le prospettive cambiano totalmente e si staccano da ciò che è sempre successo nel passato e che purtroppo ancora succede, al di fuori della cooperativa.

Cerco di spiegarvi meglio: il latte è un prodotto particolare, deperibile e non ci si può permettere di non avere una certezza sulla vendita, quindi o si vende velocemente o si butta via. Molti allevatori, ancora oggi, devono gestire, in modo poco moderno, una trattativa commerciale di natura meramente economica, nella quale anche se può sembrare assurdo e paradossale, il prezzo del latte è stabilito da chi lo compra e non da chi lo vende.

Compral Latte e Inalpi hanno scardinato questo approccio e ne hanno ideato uno nuovo, che è quello di avere una trasparenza assoluta nella composizione della remunerazione del latte. Nello specifico: Il conferitore non sa a priori quanto guadagnerà con la vendita del suo latte tra sei mesi o un anno, ma conosce bene come funziona il calcolo del prezzo del suo latte e sa che nessuno cambierà questo sistema perché condiviso, definito e accettato contrattualmente da tutti gli attori della filiera.

Puoi spiegarci come si costruisce il calcolo del prezzo del latte?

Partiamo da questo: il prezzo viene definito dall’andamento del paniere (L’insieme delle voci come merci e servizi sui cui indici di prezzo vengono calcolati gli indici per misurare l’inflazione. N.d.R.).

Il Paniere comprende dei prodotti concordati che rappresentano il comparto lattiero caseario e il prezzo è definito dall’andamento del paniere e quindi, se il prezzo del paniere dovesse aumentare, anche il prezzo del latte aumenterebbe di conseguenza, perché ne terrebbe conto.

Nel nostro caso, si tratta di un paniere di quattordici voci diviso in tre parti:

  1. Lattiero caseario italiano composto da: grana, parmigiano, mozzarella e gorgonzola.
  2. Prodotti del mercato europeo, composto da: cheddar, edamer, polveri di latte e burro.
  3. Costi prodotti dalle materie prima per l’azienda agricola: mais, orzo, soia, fieno e gasolio agricolo.

Per la prima volta quindi, anche i costi di produzione di un’azienda agricola entrano nel computo del calcolo del prezzo del latte?

Sì, e vi faccio un esempio: se domani il prezzo del mais o del carburante dovesse aumentare (oggi sta succedendo con la soia) per delle problematiche che possono essere di natura climatica ma anche finanziarie o per un qualsiasi motivo o sbalzo di mercato, il prezzo del latte aumenterebbe in proporzione, non in modo diretto ma in funzione del paniere.

I nostri conferitori possono dire: “Sto spendendo di più per il mangime, ma so anche che rientrerò con un aumento proporzionale del latte che mi verrà riconosciuto”.

Questo nuovo approccio genera serenità e rende sostenibili le attività agricole, si concretizza una visione futura e la possibilità di fare investimenti per la crescita della propria azienda.

Le aziende agricole che fanno parte della Compral Latte hanno dimensioni anche molto diverse, cosa comporta?

Da parte nostra non c’è nessuna differenza, anzi c’è la totale equità di trattamento a prescindere dalla dimensione dell’azienda: con trenta capi o trecento, hanno lo stesso trattamento, e questo, almeno in Piemonte, lo fa solo Compral Latte. Questa scelta è molto importante, tutela tutti, ma soprattutto i più piccoli.

Perché offre un vantaggio per i più piccoli?

Prendiamo ad esempio i costi di trasporto che possono variare molto: se si ha un solo passaggio con un grande quantitativo, sarà meno costoso rispetto a dover raccogliere la stessa quantità con più fermate da diverse aziende, allevatori.

Normalmente per una grande azienda (che mettiamo produca 15.000 litri di latte al giorno) il costo del trasporto può incidere tra il 3 e il 4% del prezzo del latte; per un’azienda piccola (che mettiamo produca 1.500 litri di latte al giorno) questa incidenza può anche raddoppiare a causa del quantitativo più ridotto che consegna a ogni passaggio. Invece in Compral Latte se si consegnano 15mila litri o 1.500, il costo di trasporto sarà lo stesso.
Il piccolo, nella maggior parte dei casi, è svantaggiato sui costi, ha meno forza contrattuale perché compra quantitativi minori (cereali, attrezzature, concimi, etc.)

Ogni anno chiudono piccole aziende agricole che non riescono a stare sul mercato per la minor produzione e non riescono a sostenere i costi, mentre il nostro sistema ha garantito non solo la sopravvivenza, ma ha anche dato la possibilità di crescere a tutti le piccole realtà.

Con questo sistema Compral latte ha contribuito a mantenere un tessuto sociale e agricolo che si rischiava andasse perso.

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