La nostra filiera del latte in polvere ha compiuto 10 anni: ti spieghiamo perché il lavoro della filiera è un bene per te, ma anche per noi e per il nostro territorio.
Era il 2010 quando per la prima volta abbiamo visto diventare realtà la Filiera del latte piemontese e, da allora, non solo è cresciuta, ma ha coinvolto e cambiato parecchie realtà del territorio.
Grazie a questa filiera è nato il primo latte in polvere, non solo 100% italiano, ma anche 100% piemontese.
Una filiera piemontese frutto del lavoro sinergico tra noi di Inalpi, Coldiretti Piemonte, Compral Latte che è la cooperativa di 250 allevatori piemontesi e Ferrero S.p.A.
Filiera: garanzia per tutti
La filiera ha consentito di fare un investimento sul territorio puntando a migliorare la qualità del lavoro di tutte le parti coinvolte, a partire dagli allevatori, e di migliorare la qualità del latte offrendo garanzie anche al consumatore finale.
Il latte è sempre stato un prodotto importante per il Piemonte e, grazie alla filiera del latte , si è potuto agire per migliorarne la qualità e valorizzarlo. Oltre a ciò si è riusciti a dare una stabilità di lungo periodo e, di conseguenza consentendo di fare investimenti per il futuro.
Una condizione fondamentale di ogni filiera è che tutte le parti seguano delle regole per poterne far parte. Queste regole servono per migliorare il lavoro di tutti, ma anche per garantire il rispetto di tutte le parti coinvolte e per avere uno standard di qualità del prodotto finale, ovvero del latte.
Ecco perché si dice che la filiera è Controllata e Certificata.
Il prezzo del latte
Una condizione fondamentale che ha consentito il successo della Filiera è stata la definizione di un pagamento del latte calcolato su basi scientifiche.
Di base è stato definito un contratto etico in cui il prezzo del latte è stabilito a partire da 8 pilastri. Tra i vari anche la pulizia della stalla, il benessere animale, l’uso consapevole dei medicinali.
Questi e altri elementi di grande lungimiranza come la sostenibilità ambientale e sociale per una crescente attenzione ai diritti umani e dei lavoratori.
Arrivati ai 10 anni, oggi guardiamo al 2030 immaginandoci un futuro fatto di allevamenti responsabili e consumi consapevoli, non solo nella nostra filiera, ma in tutto il pianeta.