Le mucche hanno bisogno di cure anche a Natale. Abbiamo chiesto all’Azienda Agricola Cambiano di Scalenghe di raccontarci come si svolge il Natale quando c’è una stalla di cui prendersi cura.
Il Natale si avvicina e soprattutto quest’anno, sarà diverso per tutti noi. Non ci saranno le grandi tavolate e le grandi feste, neppure i viaggi, ma ci si augura che tutti possano avere vicino la propria famiglia e le persone più care.
È per questo motivo che vorremmo raccontarvi la semplicità e il calore del Natale nella famiglia di un conferitore del nostro latte di filiera, appartenente alla Cooperativa Compral Latte.
In un allevamento di animali non ci sono giorni di vacanza. Le mucche devono essere munte e curate tutti i giorni, anche a Natale, quindi le festività natalizie si trascorrono a casa e vicino alla stalla.
Abbiamo chiesto di raccontarci la sua giornata del Natale ad Alessandro Cambiano dell’Azienda Agricola Cambiano di Scalenghe, un paese ai piedi delle Alpi Cozie.
Il Natale dell’Azienda Agricola Cambiano
“Il nostro è un Natale tradizionale, lo trascorriamo sempre in famiglia e la nostra, da diverse generazioni, ha sempre allevato le mucche, quindi è assolutamente doveroso per noi restare in cascina. Il Natale cominciava l’otto dicembre con la preparazione dell’albero e il presepe che facciamo ancora oggi insieme ai più piccoli.
In questo momento storico, mi rendo conto che i nostri bambini sono fortunati rispetto ai bambini che vivono in un appartamento in città. Possono uscire in cortile e correre quanto vogliono, ma tutti i giorni osservano e imparano il nostro lavoro, legato alla terra e agli animali.
La giornata del Natale comincia alle cinque e mezza del mattino, ci alziamo prima noi fratelli e lasciamo che almeno a Natale i nonni possano dormire un’ora in più. Come ogni giorno, mungiamo le mucche e puliamo le stalle. Verso le sette e mezza, i bambini non riescono più a stare nel letto e corrono sotto l’albero per andare a scoprire tutti i regali di Babbo Natale. Fanno colazione, scorrazzano per tutta la casa, aspettando il nostro ritorno e per farci aprire i nostri regali ancora sotto l’albero.
Le mie due gemelline di quattro anni, Emma e Sofia con il loro cuginetto Edoardo, figlio di mio fratello Andrea, passano tutta la giornata a giocare insieme, ma prima, alle dieci del mattino vengono alla messa del mattino di Natale con tutti noi.
Esattamente come facevamo con i miei fratelli, Debora, Andrea ed Edoardo. Praticamente nulla è cambiato, anche se poi, verso i quindici anni abbiamo cominciato ad andare alla messa di mezzanotte della Vigilia e la sera del giorno di Natale potevamo andare al cinema.
Sono un giovane papà, ma mi piace che le mie figlie vivano un Natale semplice e sereno, come da sempre lo è stato per me, perché mi ha reso felice e spero che anche loro continueranno con le nostre tradizioni.
Il pranzo di Natale è altrettanto tradizionale. Mia mamma Susanna prepara il suo piatto forte, gli agnolotti piemontesi con il ripieno di carni miste. Tuttavia prima, come “da regolamento” della nostra regione ci sono tutti gli antipasti: affettati, peperoni con la bagna cauda e i tomini fatti con il nostro latte.
Il secondo piatto è l’arrosto con le noci e la panna. Per dessert il nostro panettone si farcisce di mascarpone e crema pasticciera, una vera golosità!
Per cena invece, si portano in tavola i cappelletti in brodo e i formaggi tipici piemontesi.
L’indomani, a Santo Stefano, era tradizione che mio padre Livio, dopo aver lavorato, ci portasse verso le montagne vicine con gli slittini, per giocare con la neve e io non vedo l’ora di portare le mie gemelline!
Auguro a tutti voi Buon Natale e vi raccomando, portate i vostri bimbi nelle fattorie più vicine a voi, per scoprire meglio da dove arriva il buon latte.”