La Dott.ssa Nutrizionista Antonella Losa ci spiega cos’è e come riconoscere l’intolleranza al lattosio, come affrontarla e la differenza dall’allergia.
Da tempo, a Emma capitava di essere a disagio per un fastidioso gonfiore addominale. Da sempre un po’ scettica sui metodi fai-da-te, si è giustamente recata dal suo medico che, dopo averla visitata, ha escluso che avesse qualche patologia in particolare.
“Proviamo a verificare qualche intolleranza alimentare che possa dare questo sintomo – le disse il Dr Rossi – partendo da quelle che dispongono di test diagnostici validi dal punto di vista scientifico”.
Già, perché la stragrande maggioranza dei test di cui si sente parlare – Alcat, Vega, Biostrenght e analisi del capello per citarne solo alcuni – non hanno nessuna base di tipo scientifico. Nessuna validità. Molto meglio fare come Emma, e rivolgersi al medico di fiducia.
Le intolleranze alimentari per cui esiste un test validato sono quella al lattosio, la celiachia – che è certamente qualcosa di più complesso di una semplice intolleranza – e quella al nickel.
Intolleranza al lattosio
Emma è partita dal breath test, e la diagnosi è arrivata: intolleranza al lattosio.
E adesso?
“Niente panico”, ha commentato un tranquillizzante Dr Rossi.
“Come niente panico? Io adoro il latte! E lo yogurt! E i formaggi! Tutti! Come faccio?”
“Niente panico”, ha confermato allora il medico. “Cominciamo a ritoccare un po’ le abitudini e vediamo fino a che punto dobbiamo farlo: non è assolutamente detto che sia necessaria una rivoluzione a tavola”.
“Dottore non la seguo”, ribatté Emma, un po’ confusa. “Dovrò pur togliere tutti gli alimenti con il lattosio, e sarà una tragedia: è anche in alcune medicine che prendo!”
“Calma, calma, andiamo per gradi”, spiegò il Dr Rossi. “Intanto per iniziare, la maggior parte degli intolleranti può comunque concedersi senza problemi fino a 12 g di lattosio ingeriti contemporaneamente: la tazza di latte del mattino, ad esempio. E le dirò di più: solitamente non è un problema arrivare fino al doppio, se si usa l’accortezza di distribuire gli alimenti con lattosio lungo tutta la giornata”
Emma cominciava a rilassarsi: la colazione era salva, a meno che…
“E se fossi tra quelli che non ci riescono?”
“In questo caso, le disse il medico, abbiamo due cose da fare: da subito dovremo togliere tutto il lattosio – sostituendo ad esempio il latte che beviamo con quello delattosato – e in un secondo tempo, se è d’accordo nell’intraprendere questo percorso, tentare di recuperare tolleranza”
“Ma è possibile?”
“E’ un percorso che necessita di pazienza – precisò il Dr Rossi – ma spesso ne vale veramente la pena. Si inizia con un piccolo cucchiaio di yogurt, e si aumenta via via fino a quantitativi maggiori, ad esempio un vasetto, prima di tornare al latte vero e proprio”.
“Perché lo yogurt?” chiese Emma, incuriosita.
“Perché contiene sì lattosio, sebbene in quantità inferiore rispetto al latte, ma soprattutto contiene delle lattasi, ovvero l’enzima che serve per digerirlo e che manca agli intolleranti. Sono lattasi che derivano dai fermenti lattici che hanno trasformato il latte in yogurt. Un bell’aiuto, nel vostro caso”.
“Va bene, se sarà il caso ci proveremo. Ma tornando a questa prima fase, a quali alimenti devo stare attenta? E’ vero, ad esempio, che il lattosio è anche nel prosciutto cotto?”
“Sì, può esserci come eccipiente. Ma non stiamo a preoccuparci dei casi in cui il lattosio è presente in quantità così trascurabili, come prosciutto cotto o farmaci: difficile, davvero molto difficile che arrivino a creare un problema. Oltre al latte, piuttosto, bisognerà stare attenti alla ricotta, particolarmente ricca proprio di lattosio, e ai formaggi freschi: meno maturano, infatti, meno si riduce il lattosio contenuto. Nessun problema, invece, per i formaggi a lunga maturazione”
“Tenga presente – aggiunge il medico – che latte e derivati, nelle giuste quantità, sono alimenti importanti nella nostra dieta: proteine nobili, calcio ben assorbibile. Se vediamo che non è strettamente necessario, meglio non privarsene a priori”
“Diverso sarebbe – concluse il Dr Rossi – se lei fosse non intollerante al lattosio, bensì allergica alle proteine del latte. In quel caso allora sì che dovremmo procedere da subito alla sospensione di latte, yogurt e formaggi. Ma questo non è il suo caso, ed è comunque davvero raro nell’adulto”.